Fuori dal gregge

Libro scritto dalla sinologa Lorenza Marini nelle notti insonni di inizio 2023 riflettendo sull'origine della vita, sull'amore e sul senso da dare all'esistenza.


Riflettere per scegliere l’amore

La riflessione è una rara pratica che predispone alla “scelta" e distingue dall’animale soggetto agli istinti.

Si sceglie per non essere solo materia, per modificarla ed andare “oltre”, trovando l’amore che è sempre la risposta a tutte le domande.


Amore spirituale o materiale

In estrema sintesi, l’amore è il miglior frutto della “scelta” che travalica lo spazio/tempo.

L’amore “vero” è un atto conseguente al libero arbitrio, indifferente ad influssi e predisposizioni, è il superamento delle debolezze e degli interessi, attraverso la “scelta del dare” all’altro, senza contropartite, nonostante la materia che divide e confonde.

Per la natura umana, troppo spesso interessata o istintiva, è dunque innaturale e, per tanto, raro; inoltre, non essendo legato al tempo, non s’appaga.

L’amore “vero e corrisposto” rappresenta la “voluta” donazione tra Anime, che hanno superato la materia; tale amore e, ovviamente, ancor più raro.

Amare è dare anche senza rendiconto, amare l'altro con tutti i suoi difetti, quando si ama davvero si perdona e si ama all'infinito oltre lo spazio tempo.

Come fai a sapere che hai incontrato l'Amore? Perché quando pensi a questa persona o ci sei vicino ti senti a casa e senti che l'indole naturale ti porta ad amare questa persona nonostante tutto, ostacoli problemi ... nulla potrà mai fermare questo Amore.

Anche se l'altra persona pone limiti paletti si allontana, nulla può fermare l'Amore se è vero!


Completamente diverso è l’amore materiale, scaturito dal cromosoma, dalla chimica, dal tornaconto, anche auto-generato.

Infatti, amare con le budella o più poeticamente col cuore, vale l’esistenza fatta di carne ed ossa,

ma amare un corpo “senz’Anima”, perché l’Anima è sommersa dalla materia, dà poco.

Ciò nonostante paiono più felici gli stupidi, soggetti agli istinti, che hanno la fortuna d’innamorarsi perdutamente, più volte, rispetto a coloro che controllano gli impulsi e selezionano i sentimenti: che amano “per scelta”.

Purtroppo, molti amori travolgenti durano poco, confermando che “non” sono generati dallo Spirito e, quindi, sono corrosi dal tempo.


Prima d’essere in grado d’amare, bisogna quindi essere consapevoli ed in grado di scegliere.

Forse per questo, spesso da giovani, quando la scelta è sopraffatta dagli istinti e dall’istinto di riproduzione, si confonde l’amore con l’infatuazione.


Difficile è amare chi dà nulla, non piace, né si stima, chi non merita, chi si fa odiare. Con codeste persone è palese fare una “scelta”, scegliere il vero amore.

In altre parole, è più difficile amare quelli che ne hanno più bisogno.


Le facce dell’amore a volte si “mescolano”: mentre si è pervasi dall’amore viscerale, può farsi largo l’amore “vero”, si può “decidere” d’amare quell’Anima in eterno (“nella buona e nella cattiva sorte”, recita la promessa di matrimonio cristiana).


L’amore più raro

Bisogna essere consapevoli che si perde un intenso sapore della vita quando la cerebralità imbriglia l’amore materiale generato dagli istinti e dagli appagamenti.

Il provare amore naturale e spirituale “contemporaneamente” è il secondo maggior dono della vita, riservato a pochi fortunati, tanto più se è corrisposto. (il primo dono è la certezza dell’aldilà),


Amare più volte

Per lo spirito non solo è possibile amare contemporaneamente o successivamente, ma è l’obiettivo della vita: l’amore verso tutte le Anime.

In pratica però, la “scelta di amare” rende complessi ed impegnativi gli amori contemporanei.

Infatti, se è innaturale provare l’amore vero una volta, il provarlo più volte lo è a maggior ragione.


L’amicizia come l’amore

Amicizia e amore sono la stessa cosa, a parte il sesso, che ne è un aspetto materiale: “scegliere di dare”, senza attendere qualcosa in cambio.


L’amore omosessuale o tra individui di età disomogenee

A parte le manifestazioni viziose e le distorsioni innaturali, è da ritenersi analogo a quello eterosessuale e tra persone di età omogenea. Infatti, il “dare senza tornaconto” ad un altra Anima (amore vero) non viene discriminato dal fatto che tale anima sia intrappolata in un corpo maschile o femminile, giovane o vecchio. Siccome si sceglie di amare e non si ama per istinto,  la ragione deve pilotare la scelta.


Chi non si può avere

Tra le influenze che confondono il vero sentimento con le infatuazioni, c’è l’attrazione per chi non si può avere o si è perso.

Anche la stima, la condivisione d’interessi e l’affinità di pensiero, possono confondere il sentimento. 


Soli o accompagnati

In genere, la materia divide anziché unire, rendendoci soli.

L’egoismo rende ancor più “soli”.


Il libero arbitrio

Il “Destino” è lo “Scenario” in cui viviamo, caratterizzato da Leggi, predisposizioni ed influssi che contribuiscono agli equilibri naturali dello spazio/tempo; lo Spirito può fare “scelte indipendenti” da tutto ciò.

Le scelte si distinguono in “materiali” e “spirituali”, a seconda del fine.

Le scelte “materiali” cambiano gli eventuali equilibri naturali o semplicemente lo Scenario.

Le scelte “spirituali” sono la chiave per superare i limiti dello spazio/tempo.

L’Essere, che ha predisposto il Destino “materiale”, può cambiarlo a Suo piacimento, a metà dell’opera e contro le leggi della natura.


Il grande balzo a cuor sereno

Ciò che consente di morire a cuor sereno, sta proprio nel decidere che l’Anima esiste e si è ottenuto il perdono, mentre per gli atei, che si è vissuti con dignità, senza rimorsi e che “il tempo è terminato”.

Le masse credono nell’aldilà, ciò le aiuta a superare le avversità della vita.

Il dubbio della pena eterna aiuta le masse a comportarsi meglio, ma non quando la morte è percepita lontana.


La scelta dell’ateo

L’ateo sceglie di “non credere”.

Ciò nonostante, anche l’ateo, che segue i dettami della Voce e vive con dignità, merita una realtà oltre lo spazio/tempo.

La vita dell’ateo è più penosa nei momenti difficili.

Penoso è invece l’ateo che non crede per pigrizia mentale, perché è più facile credere in ciò che si vede e si tocca.


La Coscienza

L’essere umano la percepisce, ma può ridurla a misero sussurro, degradandola ad attività neuronica spiegabile scientificamente.


Il bene ed il male

Bene o male sono ciò che la Coscienza definisce tali.

La loro origine è incerta.

Non è comprensibile se sono dotati di essenza propria fuori dello spazio/tempo o se vengono generati in esso durante la scelta.


Il bene ed il male sono mutevoli, non il volerli scegliere

Nella vita, non esiste Legge “oggettiva”, ma esiste uno scenario ove la Legge è parte sostanziale per le scelte dignitose e la valorizzazione umana.

Esiste, infatti, la Coscienza che propone scelte, mutevoli in funzione della discriminazione ed evoluzione esistenziale.

Dunque, la Coscienza cambia da soggetto a soggetto, di tempo in tempo, da luogo a luogo; spesso viene “educata” da religione, politica e condizioni ambientali.

Ciò che permane oggettiva è “la volontà di seguire” l’indicazione positiva della Coscienza o meno, pur mutevole ed individualmente distinta.

Durante la vita, cambia l’identificazione del bene/male, non il volerlo scegliere.


La mela proibita

E’ la scelta per il lato effimero della vita, per il dolce apparente ed immediato, per la materia come fine ultimo. Può essere identificata come “male”, limitando così il male ad una semplice natura legata allo spazio/tempo, in alternativa ad un’essenza ben più incerta fuori di esso.

Ogni giorno, l’uomo è di fronte ad una mela, ha il potere di porsi un limite, un divieto o un obbligo e può decidere di rispettarlo, per un fine che va oltre la materia.


Il fine dello Spirito umano

Il fine dello Spirito umano è scegliere tra bene e male.


Il fine dell’Essere

Spiegare il “motivo della creazione” va oltre la capacità umana, in quanto condizionata “dallo spazio/tempo”, mentre tale finalità risiede “fuori” di esso, ove è l’Essere. 

Infatti, il concetto di “perché” già contiene una sequenza temporale, incompatibile con una realtà priva di tempo”, propria  dell’Essere.

Quindi, intuire il motivo per cui l’Essere ha creato la vita non è alla portata dell’uomo; ciò nonostante, è ipotizzabile che

“il perdono” sia il fine della creazione

ovvero, che l’Essere, perdonando lo Spirito incarnato incapace di scegliere “il bene”, sconfigga il male, in modo definitivo, oltre lo spazio/tempo, in sostanza correggendo l’eventuale scelta umana per il male.

In definitiva, il fine della creazione è orientato alla scelta del bene.


Condividere con un’altra Anima

A volte, si vuol condividere con un’altra Anima l’emozione. 

E’ una forma di generosità ed il bisogno di superare la materia che divide gli Spiriti.

Anche di fronte alle sofferenze cerchiamo altre Anime, in questo caso, per trovare forza.


Scrivere

Scrivere aiuta a riflettere, quindi a scegliere.


L’incomprensibile

L’assenza del tempo.

Il creare dal nulla.


Il limite

Le migliori menti hanno il vantaggio d’arrivare ove altri non immaginano, ma sono esposte alla presunzione e possono smarrirsi nell’aridità del pensiero fine a se stesso.

L’intelligenza più dotata raggiunge l’apice quando si pone un limite, oltre il quale non tenta di spiegare.


L’intelligenza

L’intelligenza è “materia”.

Una capacità riflessiva superiore alla media consente di meglio comprendere la realtà conosciuta ed intuire quella sconosciuta.


L’uomo

E’ un animale sostanzialmente stupido, soprattutto in gruppo, ciò nonostante, con potenzialità intellettuali notevoli, purtroppo utilizzate da rari solitari ed in casi particolari.


L’origine della vita

Chi la spiega “scientificamente”, tramite l’evoluzione della materia, non svela come il primo elemento provenga dal nulla; per tanto, deve supporre sia sempre esistito, aprendo al concetto di eternità, poco comprensibile in una realtà legata allo spazio/tempo “finiti” o, al più, che ipotizza sistemi periodici senza fine (ma con un inizio).

Il mondo senza un inizio costituisce il “buco concettuale” nella teoria ateo/razionale.


L’unica alternativa, all’inizio della materia, è la “creazione dal nulla”, da parte di un Essere la cui realtà è “fuori” dello spazio/tempo, accettabile solo per Fede.


L’Essere

Menti dotate percepiscono la Sua esistenza, pur incapaci di definirne l’essenza, perché razionalmente fondate su concetti propri dello spazio/tempo.


Lo Spirito (Anima)

L’uomo comprende d’essere parte del divenire della natura e, come tale, un’amalgama di opposti, equilibri, compensazioni e correlazioni; specifica dell’uomo è  l’amalgama tra “materia e Spirito”.

Altre parti della natura possono essere parimenti costituite.

Lo Spirito è l’elemento che discrimina l’uomo dal resto della natura, ove tale elemento non è presente.

La mente umana percepisce lo Spirito come “anello di congiunzione” tra materia ed Essere, ma, come per l’Essere, non è in grado di definirne l’essenza e l’origine.


Lo Spirito e l’antitesi bene/male

La mente umana comprende che lo Spirito è in grado di scegliere tra bene e male.


Ad immagine e somiglianza

Nello Spirito umano, la capacità di fare una scelta per un fine che travalica lo spazio/tempo, che va oltre la predisposizione e l’influsso naturale, determina la somiglianza all’Essere.


“Credere” per scelta

Alcuni spiegano l’esistenza umana (non il suo inizio), la stessa spiritualità che la permea, come frutto del grande equilibrio cosmico, dimostrabile dalla scienza, da regole matematiche, formule chimiche, predisposizioni psicofisiche, influssi ambientali o riti educativi, nonché dalle eccezioni agli stessi.

Qualcuno potrebbe spiegare il “libero arbitrio”, ovvero la “scelta” oltre la predisposizione e l’influsso, come una “eccezione” alla regola od alla scienza.


Tanto “complesso coordinamento” non esclude neppure la “casualità”.


La certezza che l’Essere esista ovviamente non c’è e non deriva dalla possibilità di “scelta indipendente da predisposizione ed influsso”, nonché  “libera” da qualsivoglia vincolo scientifico, logico/matematico o “eccezione casuale”.


Neanche la “bontà” non consegue ad una scelta che va oltre la natura buona, come la cattiveria non consegue alla volontà d’andare oltre l’essere istintivamente cattivi, perchè può esser ricondotta ad eccezione comportamentale.


Beati gli stupidi, perché vivono meglio e credono più facilmente.

Beate ancor più le menti superiori che credono, perché hanno “scelto” di credere, superando gli innumerevoli dubbi che la riflessione dotata solleva.


L’incertezza offre la possibilità di “credere per scelta” che qualcosa sia certo.


Il nome non è importante

Voce, Verbo, Anima, Spirito, Entità, Essenza, Essere, Dio, Allah, Budda, Natura, Energia vitale…; non importa il nome, importa credere in qualcosa che esiste “oltre lo spazio/tempo”, oltre la materia, altrimenti si percepisce solo una parte dell’esistenza e della realtà.


Il dono più grande

Le masse vivono nell’incertezza del post mortem, ma qualche privilegiato riceve in vita un “segnale certo” dell’aldilà.


Il dono più impegnativo

Speriamo di non essere “prescelti” o più dotati nella scelta, perché chi più ha avuto, più percepisce la responsabilità della restituzione. Si chiede di più, a chi ha di più. Chi ha di più, deve dare di più.


L’inferno nello Scenario

La teoria del “perdono” come atto d’amore cui l’esistenza è finalizzata “include” l’esistenza dell’Inferno, come essenza dello spazio/tempo, antitesi al bene, pena finché il tempo esiste, parte sostanziale dello Scenario.

In tal caso, è coerente l’ipotesi che l’Inferno consista nel rimanere materia, quella materia che si è scelta, attratti dall’effimero,  che costringa al legame con lo spazio/tempo (in alcune religioni si parla di “reincarnazione” o in ciò che la religione cristiana definisce “valle di lacrime”).


I livelli di felicità nel Paradiso

Chi ha dato di più in terra si aspetterebbe maggior felicità nell’aldilà, di chi ha dato di meno.

In realtà, non ci saranno “invidie” o discrimunazioni, perché la maggior gioia di alcuni sarà condivisa da tutti, proprio come il benessere d’un corpo accaldato assapora il sollievo d’un fresco soffio d’aria solo sul viso o su una parte di esso.  Infatti, saremo un tutt’uno con l’Essere, pur nella nostra individualità.


La materia

La materia è l’essenza della realtà spazio/tempo. Il tempo è parte integrante della materia.

La materia non è male; non è male l’attrazione effimera che esercita sullo Spirito, perché è semplicemente parte dello Scenario meraviglioso in cui lo Spirito sceglie tra bene e male.


La materia, barriera e tramite

Spesso la materia, involucro in cui è intrappolato lo Spirito, è “barriera”, che impedisce la comunicazione, ma qualche volta, la materia diventa “tramite”, per arrivare allo Spirito altrui.

Rari rapporti amorosi hanno sfruttato la materia per cogliere lo Spirito del partner, senza lasciarsi pervadere e stravolgere dall’attimo, che per alcuni vale l’esistenza e, a molti, cela l’Anima, anziché svelarla.

Analogamente, a volte, la materia, sotto forma di “attimo d’ira”, diventa il tramite per arrivare alla parte oscura dell’Anima: l’odio.


La materia fuori dello spazio/tempo

Alcune religioni prevedono la possibilità, incomprensibile alla mente umana, che la materia possa “passare” ad una realtà diversa da quella che le compete nello spazio/tempo (es.: la resurrezione dei corpi/morti nella religione cristiana), disgiungendosi dal tempo.


Il tempo è materia

Una delle differenze sostanziali tra “vita ed ignoto” è “l’assenza del tempo”.

Il tempo è essenza vitale, termine di relazione.

Il tempo rientra in molte formule matematiche, tra queste la ben nota formula dell’energia.

Le formule, come il tempo, sono materia.


Il tempo è un filtro

Benefico nell’attenuare i dolori.

Discriminante della realtà ad esso legata, da quella “fuori” di esso.


Il fine materializza o meno i sentimenti

I sentimenti “materiali”, conseguenza d’istinti naturali e passioni, pur forti, sono ben distinti dalle emanazioni “spirituali” non limitate dallo spazio/tempo.

Attenzione ai sentimenti, quelli “momentanei” sono troppo simili a quelli “senza tempo” e ci ingannano.

Il sentimento è la parte di materia che più s’avvicina all’essenza dello Spirito.


L’ateo meritevole

L’ateo che si comporta “bene” vale più del credente, perché il suo tornaconto può "solo" appagare la soddisfazione interiore.

Il credente che si comporta bene, “vale meno”, perché può farlo per l’ulteriore tornaconto nell'aldilà.

Dunque, “vale” chi ben si comporta, senza mirare ad alcun vantaggio, ma per semplice coerenza con ciò che ritiene “dignitoso, giusto e doveroso”.


Vita naturale, innaturale o sopranaturale

Gli esseri umani conducono una vita “naturale” quando sono soggetti agli equilibri, agli istinti e sono banalmente diversificati da carattere o influssi.

Quando fanno scelte che li sottraggono all’origine animale e si svincolano dalle leggi naturali, si comportano in modo “innaturale”.

Quando danno un fine alla loro esistenza, che va oltre la vita conosciuta, si comportano in modo “soprannaturale”.


Il fine di una vita non scelta

Raramente la vita evolve come desiderato e l’esistenza, slegata da “un fine”, diventa parte di uno scenario insoddisfacente, spesso intollerabile o arido.


Corteggiare il limite per arricchire lo spirito

Non è dignitoso mettere a rischio la vita, il cui fine è “scegliere per qualcosa che va oltre lo spazio/tempo”.

Ma la ricerca del “limite” ha un fine dignitoso, quando in cambio di fatica “nutre lo spirito”, risveglia ciò che di migliore è latente, esalta la capacità di sopportazione, il sacrificio, la tolleranza, il coraggio, l’umiltà, il rispetto stesso del limite che protegge la vita, quando insegna che nulla di precluso alle masse si raggiunge senza sforzo anche per chi è dotato, quando rischiando in compagnia genera amicizia, fiducia e responsabilità.


Il limite dei veri eroi, superato per un altro fine

Ci sono tipi di “limite” che, consapevolmente superati, portano alla morte probabile, spesso certa.

Uomini coraggiosi, hanno dato la vita per un dovere imperioso, un ideale, indifferenti alla dimentica riconoscenza del gregge.

Anche il loro fine è il “nutrimento dello spirito”, con ciò che si ritiene “giusto”.

Così è l’eroismo di rari Magistrati, Militari, Missionari, Politici e Soccorritori che vanno incontro alla morte, consapevoli, per dovere, dignità e certezza d’ascoltare l’urlo di quella “Voce” che altri riducono a sussurro, sopraffatto dal silenzio dell’egoismo e della sopravvivenza.


Docili al destino

Il nocchiere abile quanto saggio, regolando opportunamente le vele, può risalire il vento e la corrente, con fatica, quindi, spesso preferisce farsi portare; così, saggi, stanchi o svogliati, si lasciano guidare ed accettano docilmente il destino.

Accettare docilmente il destino, senza languire, è un dono della vita. 


Fatti inspiegabili, nulla per caso

Ripercorrendo una parte abbastanza lunga della vita, se ne comprende il significato e si spiegano aneddoti assurdi, fra questi, il sopravvivere a situazioni razionalmente inspiegabili, il male che genera il bene, la tristezza che conduce alla felicità, la sofferenza che acuisce l’intelletto e la capacità riflessiva.


Le date e la rotta della vita

Che cosa rende una data diversa da un'altra?

Per molti l'occasione per festeggiare, fare un bilancio, l'inizio o la fine di qualcosa, l'evento insolito...

Per pochi, le date significative sono come le stelle, meravigliose o indifferenti al singolo sguardo, ma nel complesso capaci di svelare un nesso, "un fine", l’indicazione del dove si è,  e dove si va: la rotta della vita.


I ricordi

I ricordi covano sotto la cenere, basta qualcuno o qualcosa per ravvivarli; però, se lo strato diventa spesso, non respirano e muoiono: non sono più ricordi, ma semplice passato.


Le meraviglie del Coordinatore

Di fronte alle meraviglie della natura ci si può commuovere, ma se non si “crede” ad un fine ordinatore si può avvertire lo sgomento per un universo freddo ed indifferente: la materia, pur meravigliosa.


La realtà

La realtà bisogna saperla vedere, nonostante la relatività che l’offusca.

La realtà “oggettiva” non esiste.

Qualcosa ritenuto bello, caldo, melodioso e buono, è diverso per altri con differenti percezioni, approccio e scale di valori.

Inoltre, si aggiungono distorsioni per malattia e pigrizia mentale.

Per “avvicinarsi” alla realtà, soprattutto a quella invisibile o sconosciuta, bisogna allentare la stretta morsa della materia sulla mente; risulta per tanto utile un ambiente ove gli elementi esterni non invadono e la solitudine libera della diffusa stupidità altrui.


Le quattro montagne

La valle della vita è sovrastata da quattro vette.

Quella dell’amore, scalata da parecchi, ma raggiunta da pochi fortunati.

Quella del denaro, riservata a chi s’accontenta.

Quella del potere, conquistata da chi controlla se stesso.

Quella da cui si domina il tempo, inviolata, anche se qualcuno ha scritto il suo nome nella storia.


Angeli e Diavoli

Sono Spiriti che aiutano a scegliere il bene o istigano al male.

Noi stessi siamo Angeli o Diavoli, a volte inconsapevoli.

Angeli e Diavoli potrebbero anche essere Spiriti di corpi morti o futuri vivi.

Molti di quelli che aiutiamo diventano nostri Angeli.


L’assuefazione

La reazione all’assuefazione spesso è la molla del divenire, ma anche lo stimolo al più che non sazia.

Purtroppo, si fa l’abitudine a tutto, anche alle persone che valgono.


La fine del mondo

Il mondo conosciuto terminerà quando si sarà raggiunto lo scopo: la vittoria del bene sul male o viceversa.


Più vicino da morto

Quando qualcuno muore, si prova sconforto, per il naturale attaccamento alla materia.

In realtà, l’anima che ha perso il corpo è più vicina a quelle che nel corpo sono ancora vincolate,  perché almeno una “barriera” è stata eliminata.

Il tempo attenua anche questo dolore, in genere.

Non piangete i morti, perché vanno a star bene e sono più vicini.


Più hai, più perdi

Ironia della sorte: coloro che abbandonano la vita ricchi di doni se ne dispiacciono, coloro che sono ricchi di miserie la ritengono troppo lunga.


Mettere al mondo un figlio

Deve essere un atto di donazione e non di egoismo.

 “Generare un figlio”, significa “dare l’opportunità ad un’altra anima di scegliere”, vincolandola ad un corpo per la vita.

“Amare un figlio” significa “insegnare” a scegliere, per un fine che va oltre la vita, differenziandosi dall’animale che si riproduce e ama la prole per istinto.

I genitori insegnano ai figli con ogni atto, parola, in ultimo e qualche volta, come muoiono; quindi, prima di mettere al  mondo un figlio, bisogna essere certi di dare alla vita un senso.


Il sonno

Durante il sonno, il cervello  butta via riflessioni ed informazioni irrilevanti, riordina tutto, dando coerenza alla sostanza che merita.  Dormire aiuta a ragionare.


Gli istanti migliori per intuire

Qualche volta, appena svegli, s’intuisce meglio, perché la mente è ancora sgombra dagli stordimenti della veglia.


Vivere senza apprendere

Non bisogna vivere senza riflettere e non bisogna riflettere senza apprendere, senza ricordare, senza arricchire lo spirito, per questo bisogna scrivere le percezioni, soprattutto nei momenti illuminati che durano pochi istanti.

Gli scritti rimangono, mentre i pensieri svaniscono, anche per questo bisogna scrivere.


Cambiare il mondo e noi stessi

Arduo è cambiare il mondo, il modo di pensare, spesso innaturale. Ciò nonostante, qualche raro essere, a cui è dato di più, è chiamato a tentare cambiamenti.

Altrettanto difficile è correggere la propria indole, ma il solo provarci è segno che possediamo qualcosa in più.

Chi ha di più soffre l’incapacità d’insegnare agli stupidi.


Mediocremente bravo o disinteressato

Alcuni sono o diventano “bravi”, qualunque cosa fanno, forse perché predisposti all’impegno nel fare, ma non diventano “i più bravi”, forse perché comprendono che il talento non va sciupato nella competizione.

Pochi di questi hanno, in realtà, talento e diventeranno comunque i più bravi, forse non in questa vita.

Molti di questi, hanno ,in realtà, poco talento e rimarranno mediocremente bravi per tutta la vita.


Il talento

E’ qualcosa che distingue dalla massa che non lo possiede.

Spesso è confuso con il risultato dell’impegno o….della scarsa comparazione


Immaginare, riflettere e non giudicare

Le scelte altrui non sono giudicabili, perché nessuno può sentire la Voce altrui.

Dunque, non si possono dare giudizi, ma è possibile fare umili supposizioni e riflettere.


Celare una sofferenza

Celare le sofferenze non è facile, perché la vita n’è colma, ma è dignitoso, anche se non è riprovevole lasciarle trasparire. Lasciar trasparire le sofferenze e spesso coerente ed un modo per non sottrarre energie alla loro sopportazione.


Vivere è difficile

Vivere assecondando gli istinti è facile, vivere con dignità è molto difficile.


Due tipi di persone

Ci sono le persone che danno energia e quelle che la tolgono.

Nel corso della vita s’incontrano difficoltà, alcuni le sopportano da soli, altri le scaricano sul prossimo.


Essere stupidi è una colpa

Pochi stupidi sono senza colpa.

Infatti, riflettere costa fatica e la maggioranza degli stupidi è tale solo perché non vuol faticare.


Prevedere solo il meglio

Chi prevede il peggio, può celarlo, così non passa per menagramo e, se l’azzecca, non viene odiato degli ottimisti che non gli hanno creduto.

A volte, non si può evitare il peggio, anche prevedendolo.


Le castagne “altrui” fuori dal fuoco

La gente comune si tiene fuori dalle situazioni difficili altrui.

Invece, per scelta o predisposizione, alcuni tentano di risolverle, faticando ed esponendosi a critiche o semplici brutte figure. Così, migliorano il mondo, che spesso non li merita e rimane ingrato nei loro confronti.


Le catastrofi

Avvengono quando il gregge le ritiene impossibili.

La stupidità umana, mescolata all’ignoranza, può distruggere o penalizzare per lungo tempo la vita sulla terra.


L’ira

Va comunque evitata, perché, da vecchi, si comprende quanto sia liberatoria ed al contempo inutile e fonte di rimorso.


L’indifferenza è più forte della rassegnazione

La rassegnazione è un balsamo potente che riduce il dolore, ma l’indifferenza è meglio, perché l’annulla.


Poesia nella tristezza

Qualcuno definisce pensieri tristi le parole scritte con l’inchiostro d’una lacrima e pronunciate col suono del suo scorrere.


La gioia di ricominciare

Tra le meraviglie di questa vita, ci sono rari istanti in cui si prova la gioia di “cominciare o ricominciare” ad essere felici.


Un attimo speciale

Irreale è concentrare il raziocinio in un attimo, stupido è affidare la vita ad un attimo, meraviglioso è l’intuito che dura pur un solo attimo.


Nascere libero, per morire prigioniero

Tutti nascono liberi di scegliere e schiavi degli istinti, ma solo alcuni, nel corso della vita si preparano a morire prigionieri, non della materia o del pensiero che è la sua espressione migliore, ma del senso dell’esistenza. Questi, più di altri, con la morte ritornano liberi, oltre lo spazio/tempo.


Il succo

Questo riflettere contribuisce a rendere la vita meno arida, integrandola in una realtà più ampia e senza tempo.

L’equilibrio e la serenità si raggiungono seguendo la Coscienza e guardando la realtà”, evitando il “più” che non sazia ed accettando lo “scenario” nel quale s’effettuano le “scelte” che qualificano, rispettosi di quanto ci è stato dato o tolto.


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